Prima uscita pubblica, questa mattina a
Remanzacco, per “Un Friûl Diferent”, progetto politico che intende dare voce e
rappresentanza al Friuli di oggi e di domani.
Presso la trattoria “Al posto di
conversazione” si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di “Un Friûl Diferent”. Si tratta di
un'iniziativa di carattere politico che nasce dal bisogno di identificare le
necessità amministrative, sociali e culturali del Friuli e quindi di fornire ad
esse risposte e soluzioni efficaci, concrete e sostenibili.
Ragioni e prospettive di quello che oggi
si presenta come un movimento, ma a breve potrebbe essere anche un partito e
sin da subito si caratterizza per presentare una vera e propria “agenda” per il
presente e per il futuro del Friuli, sono state illustrate dai due portavoce di“Un Friûl Diferent”, Alessandro Carrozzo e Luca Peresson.
«In una fase storica in cui la scena
politica italiana è dominata dalla confusione e dall’incapacità di trovare
soluzioni – hanno spiegato – non c'è altra scelta che il Friuli si metta in
gioco direttamente». «Le soluzioni ai problemi del Friuli – hanno aggiunto –
vanno ricercate e trovate a livello locale, rivendicando la sovranità delle
comunità che, com’è il caso del Friuli, compongono autenticamente l’Italia e
l’Europa e che hanno il diritto di esprimersi in un sistema di democrazia di
prossimità».
Proprio l'idea di democrazia di
prossimità, cioè di una democrazia vera e diretta, costituisce la base
dell'intero progetto “Un Friûl Diferent”,
che invece di appartenere a un mondo genericamente ed ambiguamente autonomista,
sceglie di collocarsi a sinistra, cioè, come hanno messo in evidenza Carrozzo e
Peresson, «dalla parte della ricerca del bene comune ed equamente diffuso,
dell'amministrazione responsabile e non speculativa delle risorse, della
tensione alla cooperazione e dell'aumento di maturità e responsabilità di tutta
la società».
Per “Un
Friûl Diferent”, la democrazia di prossimità, cioè «sostanziale e non
delegata», come ha ricordato Alessandro Carrozzo, è la risposta risolutiva
all’inadeguatezza e ingiustizia delle dinamiche di accentramento che
caratterizzano gli stati nazionali, come quello italiano.
La proposta illustrata da Carrozzo e
Peresson, che è descritta in sintesi nel documento distribuito oggi (allegato
n. 1), parte dalle lingue e dalle identità presenti in Friuli, sia quelle
storiche (friulana, slovena, tedesca e italiana) che quelle recenti (lingue e
culture degli immigrati), intese come arma di difesa contro il nazionalismo e
come ricchezza e opportunità di rapporto privilegiato con altri territori e
altre comunità, e si propone di dare spazio ai bisogni da soddisfare e quindi
ai diritti da riconoscere e garantire, «in alternativa – come ha sottolineato
Luca Peresson – alla tendenza generale che bada agli interessi e quindi a
favori e clientele».
Tra i presenti, ad ascoltare le proposte
di “Un Friûl Diferent”,
rappresentanti del PD, come Massimo
Brianese, Cristiano Shaurli, Arnaldo Scarabelli e Lorenzo Fabbro, e di SEL, come Angelo Tomasin, che sono intervenuti
nella discussione sottolineando gli elementi di novità e di contenuto del nuovo
progetto politico.
Hanno manifestato attenzione ed interesse
anche esponenti del mondo associativo friulano e sloveno, da Giancarlo Castellarin del Comitato per l'autonomia e il rilancio
del Friuli, ai giornalisti del settimanale Novi Matajur, che è a rischio
di chiusura per mancanza di risorse e nei cui confronti i presenti hanno
espresso una solidarietà che non è solo formale.
Tra i punti programmatici di “Un Friûl Diferent” figura una «gestione
del territorio, da condurre in maniera responsabile, nel rispetto e
nell’interesse della popolazione locale e delle generazioni future, contro le
grandi speculazioni che non portano sostanzialmente nessun vantaggio al Friuli,
ed anzi lo minacciano».
In campo economico, l’approccio scelto
«sposta le ricchezze dalla finanza all’economia reale, dai pochi potentissimi
virtuali ai molti lavoratori e produttori concreti» e «sostiene lo sviluppo di
attività economiche che rispondano in misura significativa alle esigenze del
mercato locale».
Un altro tema-chiave è la rivendicazione
della potestà regionale sugli ambiti che garantiscano la protezione della
salute, il diritto alla casa, alla pensione e all’istruzione quindi i servizi
alle famiglie e alle donne.
Il documento che illustra gli indirizzi
operativi di “Un Friûl Diferent” è
già stato sottoscritto da diversi
esponenti della società civile friulana ed è aperto a discussioni, integrazioni
e condivisioni.
“Un Friûl Diferent” porterà i suoi contenuti nel dibattito
politico già nei prossimi giorni.
Per saperne di più e per aderire alla
proposta di “Un Friûl Diferent” basta
andare su internet (http://unfriuldiferent.blogspot.com e https://www.facebook.com/FriuliDifferente) o scrivere a: unfriuldiferent@gmail.com.
Nessun commento:
Posta un commento