Il comun di Udin al met in vore un plan par inviâ la sostituzion di tabelis di segnaletiche stradâl e toponomastiche doprant i fonts de leç statâl 482 e metint la lenghe furlane dongje di che taliane. Nissune novitât. Une operazion di politiche linguistiche che e stâ funzionant di agns in Friûl, li che la segnaletiche bilengâl si cjate dilunc lis stradis e intal 40% dai comuns de provincie di Udin. Un dirit e une oportunitât. Dut ben alore? No, parcè che, come par solit, al è cualchidun che al strafevele e al fâs su polemichis cence sens o dal dut strumentâls.
Lei ca sot un intervent di Lorenzo Fabbro, component de segretarie provinciâl dal Pd di Udin, cun rivuart ae cuistion:
Desidero esprimere compiacimento per la scelta del comune di Udine di adottare la segnaletica bilingue (in italiano ed in friulano) per un intervento sulla cartellonistica stradale e la toponomastica che interesserà diverse vie della città. Tale operazione, sostenuta economicamente con i fondi statali della legge 482/99, non rappresenta affatto una novità (neppure per la città di Udine) e credo debba essere inquadrata in una precisa scelta di politica linguistica in continuità con il passato e non considerata un escamotage per recuperare fondi per la segnaletica in tempo di crisi.
I diritti linguistici in Italia (riconosciuti dall’art.6 della Costituzione) vengono tutelati dalla legge 482/99 e nella nostra regione, in particolare per quanto riguarda la lingua friulana, dalla legge 29/2007 e, precedentemente, dalla legge 15/96.
L’uso pubblico della lingua, all’interno e nei rapporti con le amministrazioni pubbliche e la presenza del friulano nella segnaletica stradale e nella cartellonistica sono quindi un diritto sostenuto dalle leggi di cui sopra da circa un decennio e non possono certo costituire una novità che possa “incuriosire” o portare “perplessità” come si è letto sulla stampa in questi giorni.
In questi anni la Provincia di Udine (ed anche quella di Gorizia, purtroppo molto meno quella di Pordenone) hanno svolto un grosso lavoro per quanto riguarda l’installazione di segnaletica stradale bilingue sulle strade di loro competenza e circa il 40 % dei comuni della provincia di Udine hanno provveduto a predisporre nel loro territorio cartellonistica bilingue per quanto riguarda la toponomastica.
Un lavoro prezioso ed importante anche e soprattutto per lo status della lingua friulana che ha dato sicuramente i suoi frutti.
Si tratta di investimenti ad alta redditività. Oltre a garantire un diritto la segnaletica bilingue è la manifestazione più evidente del carattere plurilingue del territorio e può rappresentare una piacevole “novità” anche per i turisti ed uno strumento da utilizzare quale “marketing” territoriale.
Alla luce delle considerazioni di cui sopra fanno sorridere le polemiche di chi ritiene che i friulani non siano in grado di capire “di primo acchito” se Grado/Grau o Venezia/Vignesie siano la stessa località o le perplessità di chi opera nel settore turistico e paventa difficoltà per gli stranieri. La cartellonistica bilingue è già presente su buona parte del territorio friulano e non risulta che si sia perso nessuno, inoltre se qualche ospite straniero chiedesse ad un operatore turistico “se è un altro posto” basterebbe spiegare, con un sorriso, che “no, è solo un’altra lingua” ed i risultati potrebbero riservare qualche piacevole sorpresa. Nella nostra Regione abbiamo avuto più volte occasione di riflettere sulle opportunità legate al plurilinguismo ed al “valore” delle lingue locali ed anche in occasione del convegno organizzato recentemente presso la sede della Camera di Commercio di Udine dalla Coop. Informazione Friulana/Onde Furlane sul tema “Minoranze linguistiche ed imprenditoria” è stato dimostrato, alla luce di una pluralità di esperienze in Italia ed all’estero, come promuovere e valorizzare assieme lingua, identità, cultura, prodotti e territorio sia un modo efficace per fidelizzare i turisti, che prendono coscienza di essere ospiti di un luogo “speciale”. Il marketing territoriale e linguistico ovviamente fuziona sia per i prodotti che per i luoghi. Del resto in tutta Europa si fa così e la cartellonistica plurilingue è la regola e non l’eccezione.
Sul fronte degli amministratori le affermazioni del rappresentante del PDL al comune di Udine che impiegherebbe i fondi della legge 482 (Tutela delle minoranze linguistiche) per la segnaletica orizzontale e per sistemare le buche sulle strade si commentano da sole e fanno capire, se ce n’era il bisogno, qual è l’atteggiamento del centrodestra rispetto al tema della tutela e valorizzazione della lingua friulana.
E’ invece importante proseguire con politiche linguistiche per il friulano che prevedano tra l’altro il completamento della realizzazione di cartellonistica e segnaletica in lingua friulana su tutto il nostro territorio ed auspicare in tal senso la partecipazione attiva di enti ed istituzioni ad ogni livello.
Lorenzo Fabbro
Membro Segreteria Provinciale PD di Udine
Lei ca sot un intervent di Lorenzo Fabbro, component de segretarie provinciâl dal Pd di Udin, cun rivuart ae cuistion:
Desidero esprimere compiacimento per la scelta del comune di Udine di adottare la segnaletica bilingue (in italiano ed in friulano) per un intervento sulla cartellonistica stradale e la toponomastica che interesserà diverse vie della città. Tale operazione, sostenuta economicamente con i fondi statali della legge 482/99, non rappresenta affatto una novità (neppure per la città di Udine) e credo debba essere inquadrata in una precisa scelta di politica linguistica in continuità con il passato e non considerata un escamotage per recuperare fondi per la segnaletica in tempo di crisi.
I diritti linguistici in Italia (riconosciuti dall’art.6 della Costituzione) vengono tutelati dalla legge 482/99 e nella nostra regione, in particolare per quanto riguarda la lingua friulana, dalla legge 29/2007 e, precedentemente, dalla legge 15/96.
L’uso pubblico della lingua, all’interno e nei rapporti con le amministrazioni pubbliche e la presenza del friulano nella segnaletica stradale e nella cartellonistica sono quindi un diritto sostenuto dalle leggi di cui sopra da circa un decennio e non possono certo costituire una novità che possa “incuriosire” o portare “perplessità” come si è letto sulla stampa in questi giorni.
In questi anni la Provincia di Udine (ed anche quella di Gorizia, purtroppo molto meno quella di Pordenone) hanno svolto un grosso lavoro per quanto riguarda l’installazione di segnaletica stradale bilingue sulle strade di loro competenza e circa il 40 % dei comuni della provincia di Udine hanno provveduto a predisporre nel loro territorio cartellonistica bilingue per quanto riguarda la toponomastica.
Un lavoro prezioso ed importante anche e soprattutto per lo status della lingua friulana che ha dato sicuramente i suoi frutti.
Si tratta di investimenti ad alta redditività. Oltre a garantire un diritto la segnaletica bilingue è la manifestazione più evidente del carattere plurilingue del territorio e può rappresentare una piacevole “novità” anche per i turisti ed uno strumento da utilizzare quale “marketing” territoriale.
Alla luce delle considerazioni di cui sopra fanno sorridere le polemiche di chi ritiene che i friulani non siano in grado di capire “di primo acchito” se Grado/Grau o Venezia/Vignesie siano la stessa località o le perplessità di chi opera nel settore turistico e paventa difficoltà per gli stranieri. La cartellonistica bilingue è già presente su buona parte del territorio friulano e non risulta che si sia perso nessuno, inoltre se qualche ospite straniero chiedesse ad un operatore turistico “se è un altro posto” basterebbe spiegare, con un sorriso, che “no, è solo un’altra lingua” ed i risultati potrebbero riservare qualche piacevole sorpresa. Nella nostra Regione abbiamo avuto più volte occasione di riflettere sulle opportunità legate al plurilinguismo ed al “valore” delle lingue locali ed anche in occasione del convegno organizzato recentemente presso la sede della Camera di Commercio di Udine dalla Coop. Informazione Friulana/Onde Furlane sul tema “Minoranze linguistiche ed imprenditoria” è stato dimostrato, alla luce di una pluralità di esperienze in Italia ed all’estero, come promuovere e valorizzare assieme lingua, identità, cultura, prodotti e territorio sia un modo efficace per fidelizzare i turisti, che prendono coscienza di essere ospiti di un luogo “speciale”. Il marketing territoriale e linguistico ovviamente fuziona sia per i prodotti che per i luoghi. Del resto in tutta Europa si fa così e la cartellonistica plurilingue è la regola e non l’eccezione.
Sul fronte degli amministratori le affermazioni del rappresentante del PDL al comune di Udine che impiegherebbe i fondi della legge 482 (Tutela delle minoranze linguistiche) per la segnaletica orizzontale e per sistemare le buche sulle strade si commentano da sole e fanno capire, se ce n’era il bisogno, qual è l’atteggiamento del centrodestra rispetto al tema della tutela e valorizzazione della lingua friulana.
E’ invece importante proseguire con politiche linguistiche per il friulano che prevedano tra l’altro il completamento della realizzazione di cartellonistica e segnaletica in lingua friulana su tutto il nostro territorio ed auspicare in tal senso la partecipazione attiva di enti ed istituzioni ad ogni livello.
Lorenzo Fabbro
Membro Segreteria Provinciale PD di Udine
1 commento:
Compliments a Lorenzo Fabbro pe sô biele letare publicade îr ancje su la Vite Catoliche e vuê sul Messagjero Veneto.
Brâf!
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