lunedì 24 settembre 2012

LEGAMBIENTE FVG SU BLAVE OGM KILLER E POLITICHIS ENERGJETICHIS IN FRIÛL

Ca sot us metin doi interessants comunicâts che nus rivin di bande di Legambiente FVG: il prin al fevele di “blave  ogm killer” e il secont des falopis de Regjon cun rivuart aes politichis energjetichis.
 
Blave Ogm killer: Jessude cualchi dì indaûr la notizie di un studi choc de Universitât di Caen cun rivuart ae tossicitât dai Ogm. Par Legambiente FVG si conferme la necessitât di tornâ a rilançâ la lote cuintri i interès de Monsanto e a tutele de nestre salût.
E’ di pochi giorni fa la notizia dell’esito di uno studio choc sulla tossicità degli OGM prodotto dall’università francese di Caen. “Per la prima volta in assoluto un pesticida OGM della Monsanto, è stato valutato per il suo impatto sulla salute; e i suoi risultati sono allarmanti” ha affermato il prof Gilles-Eric Seralini.  “Le conclusioni del nostro rapporto - prosegue Seralini - dimostrano un effetto tossico del mais transgenico e del Roundup (il diserbante chimico per il mais più diffuso al mondo) sull'animale e ci portano a pensare che [queste sostanze, ndr.] siano tossiche anche per l'uomo. Diversi test che abbiamo effettuato su cellule umane vanno nella stessa direzione". E aggiunge: "Dallo studio emerge che anche a piccole dosi, l'assorbimento a lungo termine di questo mais, così come del Roundup, agisce come un veleno potente e molto spesso mortale, i cui effetti colpiscono prioritariamente i reni, il fegato e le ghiandole mammarie". Lo studio è durato due anni, seguendo un gruppo di ratti divisi in tre categorie principali; la prima è stata alimentata solo con mais geneticamente modificato NK803, la seconda con mais OGM trattato con Roundup, e la terza con mais non-GM trattato con l’erbicida. I risultati mostrano una mortalità molto più veloce e più forte a causa del consumo di entrambi i prodotti” spiega il ricercatore”, generando tumori grandi come palline da ping pong sui ratti alimentati con mais OGM del gigante americano Monsanto. Dopo i molti dubbi sensati e ragionati da parte di tutte le associazioni ambientaliste e di molte categorie di coltivatori e dopo i primi, fondati sentori che mangiare prodotti geneticamente modificati potesse far male anche all’uomo, adesso arriva la prova scientifica che questo rischio esiste e dice che “la mortalità osservata è maggiore da due a tre volte tra le femmine e da due a tre volte si riscontrano più tumori in entrambi i sessi; inoltre, alla dose più bassa di Roundup, vi sono 2,5 volte più tumori al seno”. Di fronte a questi dati, i Governi UE devono reagire immediatamente per interdire su tutto il territorio europeo l’uso di questi prodotti oncogeni, dichiara Emilio Gottardo di Legambiente FVG, bloccando in via cautelativa l’uso di prodotti transgenici sin dalla prossima campagna agraria, congelando da subito ogni autorizzazione in corso ed approfondendo lo studio dell’Università di Caen. “A questo punto,-continua Gottardo-, è necessario che, alla luce dei risultati di questo importante studio, il Parlamento Europeo e la Commissione assumano provvedimenti urgenti che confermino, quanto meno, la necessità di adottare il principio di precauzione e che anche la recente Sentenza della Corte Europea, che prevede che la messa a coltura di OGM non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà siano stati autorizzati a livello europeo e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, sia sospesa e rivista a tutela della salute pubblica e della sopravvivenza degli ecosistemi agricoli naturali”.


Energjie: La Regjon e continue a menâ il cjar pal agâr e impen di pensâ a une serie planificazion a met in sigurece lis sieltis in favôr dai grups di podê e a invente un origjinâl sisteme di “concussion” legâl. Legambiente FVG a domande une moratorie ae realizazion di gnûfs distributôrs di carburant in zonis agriculis.
Questa settimana verrà discusso dal Consiglio Regionale il ddl 210 in materia di “energia e distribuzione dei carburanti”. Si tratta di un provvedimento che vorrebbe definire in maniera organica la pianificazione energetica ed i provvedimenti autorizzativi di impianti di produzione e reti di trasporto. Per quanto riguarda il tema della pianificazione energetica, il provvedimento ci pare, oltrechè tardivo, sostanzialmente un menare il can per l'aia rimandando a futuri atti decisioni che dovrebbero essere prese oggi: il Friuli Venezia Giulia è da anni privo di una pur minima politica energetica, di un  Piano Energetico Regionale nuovo non c'è traccia, né c’è un percorso esplicitato per arrivarci in tempi definiti, non esiste una pianificazione territoriale per l'insediamento degli impianti energetici (e da questo discende anche una infinita serie di conflittualità locali che riguarda anche gli impianti a fonte rinnovabile). L'unica attività dell'attuale giunta è stata la distribuzione a pioggia, spesso sovrapposta a quella nazionale, di microincentivazioni alle energie rinnovabili ed all'efficienza energetica; sostanzialmente uno spreco di denaro pubblico senza alcuna forma di controllo e di valutazione dei  risultati. Pertanto, la definizione di un complesso sistema di pianificazione, come quello previsto dal ddl 210, senza che ne esistano i presupposti ci appare più come un velleitario programma, o ancor peggio fumo negli occhi per occultare l'assenza totale di azioni serie e concrete. Per di più si inventa una nuova forma di aggregazione dei comuni per la redazione di Documenti Energetici Comunali che non ha alcuna relazione con altri atti pur attualmente in approvazione o discussione da parte della politica regionale, quali le proposte di “sistemi territoriali locali” per gestire la pianificazione territoriale, o le istituende unioni dei comuni montani, o il riassetto generale degli Enti Locali conseguente ad una riduzione o abrogazione delle provincie. Si può dire che lo stato di confusione è totale. Questa confusione è ulteriormente amplificata per quanto riguarda il tema delle autorizzazioni  spostando alle Provincie le competenze attualmente in capo ai Comuni. E' evidente che non sappiamo di quali provincie oggi stiamo parlando, ma, se il problema è quello della difficoltà dei comuni ad affrontare tecnicamente questa competenza, bisogna innanzitutto affrontare la  efficienza e la chiarezza delle procedure amministrative e gli aspetti organizzativi delle strutture per affrontarle. Ma c'è di peggio. Con l'art.17 si introduce una fattispecie di “concussione per legge” che nulla ha a che vedere con una procedura aperta e precedente all’autorizzazione di inserimento delle opere in un contesto territoriale, sociale ed ambientale. Per gli impianti di competenza statale o regionale, tanto per chiarire gassificatori, grandi linee elettriche, centrali elettriche di potenza al di sopra di 30 MW , nel provvedimento legislativo compare un inedito potere di veto che la Giunta si attribuisce, una volta espletata la procedura autorizzativa di legge, obbligando i proponenti di impianti e infrastrutture energetiche ad accordi per negoziare compensazioni socio-economico- territoriali e ambientali. Ci troviamo di fronte all'apertura di un terreno scivoloso e viscido che riteniamo non possa essere accettato da nessun serio imprenditore. C'è infine un altro terreno pericoloso : quello della possibilità della Giunta Regionale di dichiarare la pubblica utilità di un intervento anche oltre quanto previsto dalla legislazione esistente, permettendo quindi l'espropriazione di aree e la dichiarazione di urgenza e indifferibilità delle opere. E per non sbagliarsi all'art.18 questa possibilità viene chiarita per gli elettrodotti transfrontalieri, di fatto fotografando la proposta del collegamento Wurmlach_Somplago , per la felicità dei proponenti di una merchant line che non nulla a che fare con l'interesse pubblico. Legambiente FVG ha presentato puntuali osservazioni e molte proposte modificative in sede di audizione da parte della Commissione Consiliare competente. Ma di ciò non c'è praticamente traccia nel testo approvato dalla Commissione e che verrà discusso dal Consiglio Regionale. Ce ne dispiace, ma dispiace ancor più il modo in cui è trattato un argomento, quello dell'energia, decisivo per il futuro della Regione. Per quanto riguarda la materia della distribuzione dei carburanti Legambiente FVG fa una proposta al Consiglio Regionale. E' noto che oggi si possono costruire ed insediare distributori di carburanti lungo le strade in deroga a qualsiasi previsione urbanistica. In futuro inoltre le necessità di distribuzione del metano per autotrasporto probabilmente porterà ad una ulteriore espansione di questi insediamenti. Finalmente la “classe politica” sembra aver preso coscienza del drammatico tema del consumo di suolo e si stanno preparando strumenti legislativi ed amministrativi per farlo. Il nostro premier Monti lo ha annunciato e l'assessore Riccardi lo ripete in tutte le “conferenze di pianificazione” e “tavoli tecnici” relativi. Se effettivamente si vuole andare in questa direzione invitiamo il Consiglio Regionale ad approvare subito una norma di moratoria, fino all'entrata in vigore delle disposizioni specifiche, che impedisca di realizzare distributori di carburante in aree non urbanizzate ed in particolare in quelle a destinazione agricola e ambientale.  In altre parole vorremmo chiedere “non fiori (parole) ma opere di bene”.

Nessun commento: