giovedì 6 gennaio 2011

LA COSTITUZION, I DIRITS E LA PROPAGANDE

E son stadis pardabon tantis lis personis che an scrit al gjornâl a proposit de polemiche sui cartei bilengâi e par poià la decision dal Comun di Udin. Un bon segnâl. La posizion dal Partît Democratic di Udin e jere stade pandude di bande di Lorenzo Fabbro, component de segretarie provinciâl, cuntune letare publicade ancje sul Messaggero e sul sît dal Pd provinciâl. Pocjis invezit lis declarazions di oposizion e di critiche: jenfri chestis o vin vût mût di lei cualchi zornade indaûr il parê dal assessôr dal Pdl dal comun di Tresesin Lorenzo Fabbro che al à ritignût di rispuindi in particolâr al sô omonim, rapresentant dal Pd. La letare dal esponent dal Pdl e rapresente benon le ambiguitât, le superficialitât e la scjarse considerazion dal centri drete sul cantin des minorancis linguistichis. Puntuâl e argomentade la repliche dal Lorenzo Fabbro di çampe che us metin ca sot e che podês cjatâ publicade sul gjornâl di vuê.

La premessa a queste brevi riflessioni è che naturalmente, come afferma l’assessore comunale del Pdl di Tricesimo (e mio omonimo) Lorenzo Fabbro, il quale interviene a proposito della mia lettera del 18 dicembre sulla segnaletica bilingue installata a Udine, è che sono piuttosto d’accordo col fatto che tutte le argomentazioni “a prescindere da qualsiasi appartenenza politica” sono discutibili. Se l’assessore intende discutere le argomentazioni sul plurilinguismo quale elemento distintivo di eccellenza per il territorio e sull’efficacia del marketing linguistico/territoriale è libero naturalmente di farlo. L’interlocutore non può però essere solo il sottoscritto che, al proposito, non si è inventato nulla. Tali pratiche, realizzate anche, ma non solo, attraverso segnaletica stradale e cartellonistica per i toponimi locali, vengono realizzate con efficacia in altre zone d’Italia e d’Europa come dimostrato in molteplici convegni (ne ho citato uno tenutosi recentemente presso la Camera di Commercio ma potrei richiamarne diversi altri, di livello internazionale, organizzati per esempio dalla Provincia di Udine ove non solo politici ed amministratori ma anche docenti e ricercatori, pubblicitari, brand manager, rappresentanti delle categorie sociali e produttive hanno avuto modo di evidenziare effetti e potenzialità legati al rapporto tra lingue e identità locali ed economia e sviluppo). Al di là dei convegni chi ha avuto la fortuna di girare un po’ l’Europa ha potuto rendersi conto personalmente che la segnaletica plurilingue è la regola e non l’eccezione ed anche che le regioni dove il plurilinguismo è presente e viene valorizzato sono spesso quelle più vivaci e sviluppate economicamente.
Se su questa tematica si può discutere non credo ci sia molto, anzi per quanto mi riguarda nulla, da discutere riguardo diritti sanciti dalla Costituzione (art.6) e riguardo l’applicazione di leggi dello Stato Italiano (L. 482/99) e leggi della Regione Friuli-Venezia Giulia (L.R. 15/96 e L.R. 29/07). La mia lettera finiva auspicando, da parte del Pd friulano, la partecipazione attiva di enti ed istituzioni ad ogni livello per proseguire con politiche linguistiche che prevedano tra l’altro il completamento della realizzazione di cartellonistica e segnaletica in lingua friulana su tutto il nostro territorio. Non è altrettanto chiara, dopo aver letto la lettera dell’assessore di Tricesimo, la posizione del Pdl. Anzi quando lo stesso parla di “tutela dell’arte , della letteratura, della cultura tradizionale” dimostra che lo stesso non ha bene inteso di cosa stiamo parlando, ovvero di diritti linguistici e di rispetto delle leggi. Affiancare in modo alternativo la spesa per la cartellonistica bilingue finanziata dalla legge dello stato 482 ad altre necessità, che si tratti di riparare l’angelo del castello o di aggiustare le buche delle strade come vorrebbe fare il consigliere del Pdl di Udine, è scorretto ed è un’affermazione senza senso dal punto di vista amministrativo. L’esponente del Pdl afferma inoltre che avrei “contestato genericamente al centrodestra una mancanza di sensibilità rispetto al tema della tutela e della valorizzazione della lingua friulana”. Cerco di essere meno “generico” anche se basta la lettura della sua lettera per confermare il giudizio: 1) il partito dell’assessore ha sempre votato contro le leggi di tutela per le minoranze linguistiche, sia a livello nazionale, sia a livello regionale. 2) per quanto riguarda la legge regionale sul friulano, la 29/2007, la stessa è attualmente bloccata perché il centrodestra dopo due anni e mezzo non ha approvato alcun regolamento attuativo; 3) nel 2010 non solo tagli alla cultura ed alle politiche linguistiche ma addirittura la cancellazione dei fondi per la presenza dei programmi in friulano sulle radio e televisioni private; 4) la messa in discussione, senza proposta di serie alternative, di oltre un decennio di politiche linguistiche portate avanti nella nostra regione. Potremmo continuare ed entrare nei dettagli ma già questi sono dati di fatto tutt’altro che generici. Vorremmo infine capire quali siano i rischi “che le normative a sostegno della cultura e della lingua friulana possano diventare funzionali a esigenze di mera propaganda politica”. Questa si è un’affermazione piuttosto generica. A noi sembra che qualcuno continui col confondere i diritti, il rispetto delle leggi e la politica linguistica con la propaganda che, in effetti, e proprio un’altra cosa.
Lorenzo Fabbro
Membro della Segreteria Provinciale del PD di Udine

2 commenti:

michi ha detto...

Brâf Lorenzo! Compliments!

Balute ha detto...

E ore di dilis a 360 graz... Balute