In chescj dîs al è in cors sul Messaggero Veneto un dibatit su autonomisim, specialitât de regjon e minorancis linguistichis. Jenfri i intervents publicâts ancje chel dal President Zonte Regjonâl Renzo Tondo, jessût inte zornade di îr e intitulât "Nessun disimpegno sulla lingua friulana. Il presidente Tondo risponde a De Agostini: per me parlano i fatti e la tutela garantita alla “marilenghe”."
Ai vûl une biele muse rote par contalis tant grandis: lait a lei ca il Tondo pinsîr e sot la letare di rispueste di Lorenzo Fabbro sui "fats dal president".
Per quanto riguarda le politiche
linguistiche, ed in particolare quelle dedicate alla lingua friulana, ha
ragione il presidente Tondo. Non quando dà del “male informato” al segretario
del MF Marco De Agostini (sigh!) ma quando afferma, con la sicumera che lo
contraddistingue, che sono i “fatti a parlare chiaro”. Vediamo questi fatti:
Tondo rammenta di aver ereditato la nuova legge di tutela, la 29/2007, e che la
stessa era “inoperante e bloccata”. Vorrei ben vedere visto che la stessa era stata
approvata in dicembre e solo alcuni mesi dopo vi sono state le elezioni. Il
compito di rendere operativa la legge spettava evidentemente alla nuova
amministrazione regionale che ha fatto si che la stessa rimanesse “inoperante e
bloccata” per quasi quattro anni visto che il primo regolamento attuativo,
quello sulla scuola, è stato approvato solo nel 2011. Il fatto che vi fossero
eccezioni di costituzionalità (che riguardavano solo alcuni articoli) non
impediva affatto di iniziare a lavorare da subito per garantire l’operatività
cosa che l’amministrazione Tondo si è ben guardata dal fare. Evidentemente il
centro destra dopo aver contrastato in ogni modo la legge sul friulano durante
l’iter di approvazione della stessa non aveva alcun interesse a portare avanti
la sua applicazione altrimenti non si capirebbe perché ci sia voluta l’intera
legislatura per vedere, solo dal prossimo anno (a proposito di iniziative
elettorali!) partire con l’ora di friulano curricolare a scuola. Per tacere
delle polemiche, delle commissioni di esperti esautorate, di bozze rimaste mesi
nel cassetto e di una dotazione finanziaria non certo sufficiente. Tondo si
avventura a parlare anche dell’ “elenco degli insegnanti con competenze
riconosciute per l’insegnamento della lingua friulana”. Riconosciute da chi e
secondo quali criteri visto che manca il regolamento regionale per la
certificazione linguistica la cui emanazione era prevista entro sei mesi? Ed il
nodo della formazione degli insegnanti come è stato affrontato? La perseveranza
dei genitori dei ragazzi che continuano in maniera crescente a richiedere
l’insegnamento del friulano è un dato politico importantissimo ma non è certo
un risultato delle politiche della giunta Tondo. Quattro anni di ritardo e una miriade di
adempimenti legati alla legge da attuare e di problemi lungi dall’essere
risolti. Questi “i fatti” sulla scuola. Paradossale il vantarsi di Tondo
rispetto all“incremento del capitolo del bilancio regionale destinato al
sostegno dei mezzi di informazione in friulano”. Di fronte alle inadempienze
del servizio pubblico è chiaro che il sostegno ai media radiotelevisivi in
lingua friulana è fondamentale, uno dei pilastri di una moderna ed efficace
politica linguistica. Bene, per due anni consecutivi i fondi destinati alla
presenza della lingua friulana nei media locali sono stati azzerati. La gravità
di tale decisione ed i suoi pesantissimi effetti sono stati evidenziati da una
serie di iniziative sia dell’opposizione, sia della società civile e culturale
friulana senza sortire alcun effetto per un anno e mezzo. Solo in occasione
delle variazioni al bilancio 2011 la posta è stata ripristinata ma in misura
sensibilmente ridotta rispetto a due anni prima. Questi i “fatti” sulla
comunicazione, altro che “fondi incrementati”. Il relativo regolamento
attuativo, vista l’importanza del settore, è stato approvato con “celerità”
subito dopo quello della scuola (ci sono volti quasi quattro anni). Il resto
degli adempimenti previsti dalla L.29 sono rimasti lettera morta: non pervenuti
gli altri regolamenti, il piano generale di politica linguistica, gli
obbiettivi. Potremmo continuare con lo smantellamento del Servizio identità
linguistiche della Regione, la divisione di competenze tra scuola e le altre
politiche linguistiche, il declassamento del comitato tecnico scientifico
dell’Arlef, i tagli orizzontali agli organismi di primaria importanza a
prescindere dai meriti e dal lavoro fatto e
molto altro. Già, i “fatti parlano chiaro” e dimostrano che il
segretario del MF De Agostini è fin troppo correttamente informato. Tra gli
adempimenti della legge 29/2007 che sicuramente saranno sfuggiti sia al
presidente Tondo che ai suoi assessori vi sarebbe anche un rapporto sui
risultati ottenuti che la giunta dovrebbe presentare ogni 5 anni alla commissione
consiliare competente assieme al nuovo piano generale di politica linguistica
ed una conferenza di verifica e proposta convocata, almeno una volta ogni 5
anni, e comunque non oltre sei mesi prima della scadenza della legislatura.
Sarebbe un’ottima occasione per fare un bilancio serio e dividere la sostanza
dalla propaganda. La vedremo mai?
23 agosto 2012
Lorenzo
Fabbro
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