mercoledì 6 febbraio 2013

UN ALTRO FRIULI È POSSIBILE: “UN FRIÛL DIFERENT”

Prima uscita pubblica, questa mattina a Remanzacco, per “Un Friûl Diferent”, progetto politico che intende dare voce e rappresentanza al Friuli di oggi e di domani.
Presso la trattoria “Al posto di conversazione” si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di “Un Friûl Diferent”. Si tratta di un'iniziativa di carattere politico che nasce dal bisogno di identificare le necessità amministrative, sociali e culturali del Friuli e quindi di fornire ad esse risposte e soluzioni efficaci, concrete e sostenibili.
Ragioni e prospettive di quello che oggi si presenta come un movimento, ma a breve potrebbe essere anche un partito e sin da subito si caratterizza per presentare una vera e propria “agenda” per il presente e per il futuro del Friuli, sono state illustrate dai due portavoce di“Un Friûl Diferent”, Alessandro Carrozzo e Luca Peresson.
«In una fase storica in cui la scena politica italiana è dominata dalla confusione e dall’incapacità di trovare soluzioni – hanno spiegato – non c'è altra scelta che il Friuli si metta in gioco direttamente». «Le soluzioni ai problemi del Friuli – hanno aggiunto – vanno ricercate e trovate a livello locale, rivendicando la sovranità delle comunità che, com’è il caso del Friuli, compongono autenticamente l’Italia e l’Europa e che hanno il diritto di esprimersi in un sistema di democrazia di prossimità».
Proprio l'idea di democrazia di prossimità, cioè di una democrazia vera e diretta, costituisce la base dell'intero progetto “Un Friûl Diferent”, che invece di appartenere a un mondo genericamente ed ambiguamente autonomista, sceglie di collocarsi a sinistra, cioè, come hanno messo in evidenza Carrozzo e Peresson, «dalla parte della ricerca del bene comune ed equamente diffuso, dell'amministrazione responsabile e non speculativa delle risorse, della tensione alla cooperazione e dell'aumento di maturità e responsabilità di tutta la società».
Per “Un Friûl Diferent”, la democrazia di prossimità, cioè «sostanziale e non delegata», come ha ricordato Alessandro Carrozzo, è la risposta risolutiva all’inadeguatezza e ingiustizia delle dinamiche di accentramento che caratterizzano gli stati nazionali, come quello italiano.
La proposta illustrata da Carrozzo e Peresson, che è descritta in sintesi nel documento distribuito oggi (allegato n. 1), parte dalle lingue e dalle identità presenti in Friuli, sia quelle storiche (friulana, slovena, tedesca e italiana) che quelle recenti (lingue e culture degli immigrati), intese come arma di difesa contro il nazionalismo e come ricchezza e opportunità di rapporto privilegiato con altri territori e altre comunità, e si propone di dare spazio ai bisogni da soddisfare e quindi ai diritti da riconoscere e garantire, «in alternativa – come ha sottolineato Luca Peresson – alla tendenza generale che bada agli interessi e quindi a favori e clientele».
Tra i presenti, ad ascoltare le proposte di “Un Friûl Diferent”, rappresentanti del PD, come Massimo Brianese, Cristiano Shaurli, Arnaldo Scarabelli e Lorenzo Fabbro, e di SEL, come Angelo Tomasin, che sono intervenuti nella discussione sottolineando gli elementi di novità e di contenuto del nuovo progetto politico.
Hanno manifestato attenzione ed interesse anche esponenti del mondo associativo friulano e sloveno, da Giancarlo Castellarin  del Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli, ai giornalisti del settimanale Novi Matajur, che è a rischio di chiusura per mancanza di risorse e nei cui confronti i presenti hanno espresso una solidarietà che non è solo formale.
Tra i punti programmatici di “Un Friûl Diferent” figura una «gestione del territorio, da condurre in maniera responsabile, nel rispetto e nell’interesse della popolazione locale e delle generazioni future, contro le grandi speculazioni che non portano sostanzialmente nessun vantaggio al Friuli, ed anzi lo minacciano».
In campo economico, l’approccio scelto «sposta le ricchezze dalla finanza all’economia reale, dai pochi potentissimi virtuali ai molti lavoratori e produttori concreti» e «sostiene lo sviluppo di attività economiche che rispondano in misura significativa alle esigenze del mercato locale».
Un altro tema-chiave è la rivendicazione della potestà regionale sugli ambiti che garantiscano la protezione della salute, il diritto alla casa, alla pensione e all’istruzione quindi i servizi alle famiglie e alle donne.
Il documento che illustra gli indirizzi operativi di “Un Friûl Diferent” è già stato sottoscritto da  diversi esponenti della società civile friulana ed è aperto a discussioni, integrazioni e condivisioni.
“Un Friûl Diferent” porterà i suoi contenuti nel dibattito politico già nei prossimi giorni.

Per saperne di più e per aderire alla proposta di “Un Friûl Diferent” basta andare su internet (http://unfriuldiferent.blogspot.com e https://www.facebook.com/FriuliDifferente) o scrivere  a: unfriuldiferent@gmail.com.

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