sabato 16 marzo 2013

NO TAV - GNÛF INCUINTRI PUBLIC TE BASSE E GNOVE POSIZION DAL PD

 
Un centenâr di personis e an partecipât ae serade inmaneade dai Comitâts NO TAV a Muçane, joibe ai 14 di març, intal Centri Civic di Villa Muciana. Relatôrs principâi i inzegnîrs Cicconi e Cancelli, e jerin presints e e son intervignûts diviers politics e aministradôrs de Basse e no dome. In particolâr, daspò des relazions, si è sintude la vôs di cualchi sindic e la ultime posizion dal Pd, pandude di Maurizio Ionico. Ca sot us metin l'articul jessût vuê sul Messaggero e il test dal intervent di Ionico.

Messaggero veneto SABATO, 16 MARZO 2013 Pagina 57 - Provincia
Anche il Pd contro il progetto della Tav
Muzzana: per Ionico è un’idea «sgangherata». Animata conferenza con frecciate tra amministratoriMUZZANA Il Pd, a sorpresa, con Maurizio Ionico, dichiara che «quello della Tav è un progetto sgangherato, che sarebbe giusto bloccare al ministero». Sala piena a Muzzana, l’altra sera, per la conferenza contro la Tav. Un centinaio di persone ha seguito con interesse l'intervento dell'ingegner Claudio Cancelli che ha demistificato, punto per punto, il rapporto del Commissario straordinario Mario Virano per la realizzazione della Torino-Lione e quello dell'ingegner Ivan Cicconi, incentrato in particolare sulla strategia del "project financing" «che crea debito pubblico nascosto, non contabilizzato e proiettato nel futuro». Cicconi ha paragonato l'attuale sistema economico, «che genera grandi opere inutili per autoalimentarsi», ad una «nave dei folli destinata alla catastrofe, verso la quale effettivamente ci si sta indirizzando se non si ferma questo tipo di economia basata essenzialmente sulla speculazione finanziaria e sugli interessi delle banche». Il dibattito si è poi sviluppato sui possibili risultati elettorali delle elezioni in Friuli Vg e sulle strategie da adottare per bloccare il progetto Tav del 2010, in attesa del parere di Via ministeriale. Sono intervenuti Cristian Sergo per il M5S, per il quale è intenzione del movimento fermare la Tav. Da rilevare un diverbio fra il vicesindaco di Torviscosa, Mareno Settimo e il sindaco di Carlino, Diego Navarria, sugli esiti della riunione dei sindaci della Bassa friulana e sulla posizione da assumere dopo lo studio recentemente presentato da Debernardi. Navarria si è dichiarato contrario all'opera, ma soddisfatto del lavoro svolto dai sindaci con Debernardi. Settimo ha affermato che il Comune di Torviscosa darà invece parere nettamente negativo all'opera. Presente in sala anche il sindaco di Muzzana, Vittorino Gallo. Laboratorio Muzzana, con Cristian Sedran, conferma, «dopo aver ascoltato Cancelli e Cicconi, che non ha senso realizzare una linea di Alta velocità sulla tratta Venezia-Trieste. Serve invece un investimento importante sulle due linee principali già esistenti: il Corridoio Adriatico-Baltico e il Corridoio Mediterraneo sulla Ve-Ts, per puntare a trasferire il trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia. Questo può essere fatto dalla Regione con una gestione pianificata e una visione unitaria delle politiche riguardanti i trasporti, la portualità e le infrastrutture ferroviarie». E' stata inoltre stigmatizzata dagli organizzatori la posizione del sindaco di Cervignano, Gianluigi Savino, che alla riunione dei sindaci avrebbe dichiarato di non avere «alcuna intenzione di intraprendere iniziative pubbliche per presentare lo studio di Debernardi». La serata è stata condotta da Giorgio Guzzon e Paolo De Toni dei No Tav della Bassa friulana.
 
 
Questo è l'intervento che ho tenuto alla Conferenza di Muzzana del Turgnano indetta dai Comitati NO TAV della Bassa Friuliana. Grato se potesse essere inserito sui vostri blog.
Maurizio Ionico
"Permettetemi anzitutto una premessa. Mi chiedo cosa serva un Commissario per "la realizzazione dell'Alta Velocità Venezia-Trieste" considerato che, oltre allo stipendio, non ha svolto alcuna attività di rilievo se non quella di comunicare alcuni pareri sulle esigenze ferroviarie e sulle modalità tecniche di intervento sulla tratta, peraltro senza determinare alcuna decisione o orientamento da parte del Governo, delle Regioni, di Rfi-Italferr.. Non si è mai compreso quale fosse effettivamente la sua funzione specie di fronte all'esistenza di progetti e tracciati contraddittori sull'Alta Capacità tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. E' tempo di superare questo modo di operare, così come è avvenuto in altre circostanze dove si è soppresso il regime commissariale e speciale in modo da ritornare all'ordinarietà amministrativa. Questo atto può naturalmente avvenire se esiste un Governo e se si mette mano alla Legge Obiettivo. Il prof. Ivan Cicconi, nella sua relazione introduttiva all'incontro, ha illustrato gli effetti prodotti dal fordismo, cioè del tradizionale modo di organizzarsi della produzione di beni, con il passaggio al post-fordismo, cioè al modello di scala globale che conosciamo e che si è affermato a partire dal 1989 con l'entrata sulla scena economica di nuovi Paesi e la scomposizione di ogni fase del processo produttivo. Tra questi effetti desidero ricordarne uno che ha dirette conseguenze sul Friuli Venezia Giulia e sui nostri territori: dalla frantumazione del fordismo sono esplosi su scala europea e nazionale i flussi di traffico, in particolare la mobilità delle merci su strada. Alcuni dati spiegano molto. Nel Mediterraneo si realizza oggi il 45% dell'intero traffico marittimo globale; sulla A4 si muovono tra i 6,5 mln e i 7 mln veicoli/km giornalieri, che significa circa 40 mln di veicoli/anno, di cui il 30% di mezzi pesanti; tutte le arterie stradali interne sono coinvolte da una intensa mobilità di mezzi per il trasporto delle merci poiché non esiste più il magazzino. Questa situazione quasi automaticamente rimanda alle priorità, di breve-medio periodo da intraprendere su scala regionale. Esse sono:
1. la portualità; si tratta di aumentare di scala i porti e di organizzarli meglio per attrarre una frazione del traffico marittimo che attraversa il Mediterraneo;
2. la ferrovia; si tratta di intervenire sui punti critici e sulle strozzature della rete, e ciò significa che vanno promossi interventi sia lungo la direttrice est-ovest (Corridoio Mediterraneo, ex Corridoio 5) sia lungo quella nord-sud (Corridoio Baltico-Adriatico); gli interventi riguardano l'accessibilità agli scali portuali, il nodo di Monfalcone-San Polo, il raddoppio della linea Cervignano del F-Udine e la circonvallazione ferroviaria di Udine; si tratta di investire circa 300 mln per connettere i porti regionali con la linea ad alta capacità "Pontebbana";
3. l'azione sulle opere, ferroviarie e portuali hanno valore se accompagnate da una politica delle infrastrutture integrata con quella sui trasporti e sul territori la fine di portare più merci dalla strada al ferro, e se esiste una politica del trasporto transalpino.
Ecco, queste sono le azioni da compiere rapidamente per fornire risposte adeguate al problema che esiste di scarsa "capacità ferroviaria", operare secondo il principio della costruzione per fasi, con interventi sulle sede esistente e la costruzione di nuova rete.
Se è necessario operare interventi strutturali anche consistenti sulla capacità ferroviaria, così non è per l'Alta capacità. A mio avviso, infatti, non ha senso e non trova giustificazioni la realizzazione di una linea ad Alta Velocità sul tratto Venezia-Trieste.
A questo proposito, penso che la progettazione AV di Rfi-Italferr per il Friuli Venezia Giulia e per il Veneto non va condivisa in primo luogo perché i tracciati non sono coerenti tra loro e non vi è una corretta relazione della proposta tecnica con il territorio, i valori ed i luoghi attraversati."
Maurizio Ionico, urbanista
Partito Democratico

 

 

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