Îr dibinore aes 11.30, alì de sale Svevo, Palaç de Regjon a Udin, conference stampe di Radio Onde Furlane cun rivuart ae situazion de Coop. Inf. Furlane daspò dai tais di finanziaments di bande de zonte Tondo e de scancelazion dai finanziaments pai programs in convenzion par furlan su lis emitentis locâls.
Ca sot il comunicât stampe:
L’amministrazione regionale di centro destra, guidata da Renzo Tondo e sostenuta da PdL, Lega Nord, UDC e Pensionati, ha attuato una politica di riduzione delle risorse per la valorizzazione e la promozione della lingua friulana. Questa tendenza era stata più volte confermata dall’assessore competente Roberto Molinaro che, ancora sul finire dello scorso anno durante un incontro con le realtà associative impegnate nella promozione del friulano, aveva parlato di una riduzione delle risorse attorno al 20%.
A tutt’oggi, in realtà, non abbiamo ancora un quadro completo delle risorse a disposizione nel 2010 per la lingua friulana. Basti pensare che, per esempio, non sono state ancora comunicate le cifre dei contributi per gli enti riconosciuti di primaria importanza per la lingua friulana (così oltre al taglio dei fondi, tali enti si troveranno a gestire il problema di rendicontare entro la fine dell’anno risorse che non sono ancora state erogate).
Il dato che però fa più specie e l’azzeramento dei fondi per le convenzioni con emittenti radiofoniche e televisive private per la realizzazione di programmi in lingua friulana (Art. 29, L.R. 15/96). Uno dei settori vitali per la promozione di una lingua minorizzata, ovverosia quello radiotelevisivo, si trova così a passare dai 200 mila euro del 2009 (cifra estremamente ridotta se si pensa alla rilevanza di questo settore e ai suoi costi) agli zero euro del 2010, peraltro senza che nessuno si sia sentito in dovere di darne la benché minima spiegazione.
Se la crisi economica ha certamente obbligato a operare delle riduzioni anche nelle spese della Regione, è pur vero che vi sono stati settori in cui le risorse sono state confermate o addirittura aumentate. Si tratta di scelte politiche che testimoniano le priorità dell’attuale amministrazione regionale. È dunque evidente che le lingue proprie del Friuli – Venezia Giulia non sono una delle priorità della Giunta Tondo e dei partiti che la sostengono.
Anche chi non condivide tale linea, tuttavia, avrebbe potuto accettare una riduzione mirata delle risorse, fondata cioè su criteri precisi quali qualità e valore strategico dei progetti finanziati. L’azzeramento dei fondi per i programmi in friulano sulle emittenti radiotelevisive locali è invece contrario ad ogni logica di promozione linguistica visto che si tratta di un settore di primaria importanza per la diffusione delle lingue, ma anche perché la continuità di qualsiasi azione promozionale è fondamentale per la sua riuscita e perché, invece di sostenere almeno i progetti di maggiore qualità, si è preferito tagliare tutto indistintamente.
Così facendo si colpisce pesantemente anche chi, come Radio Onde Furlane, da trent’anni lavora quotidianamente per la diffusione e la valorizzazione della lingua friulana e lo fa nel sistema migliore, cioè utilizzandola per la maggior parte della propria programmazione.
Così la Regione, mentre spende 200 mila euro all’anno per una convenzione con la RAI regionale per la produzione di nemmeno 30 minuti di programmi radiofonici in lingua friulana (5 giorni la settimana), considera inutile investire anche un solo euro per convenzioni con una radio che produce tra le sette e le otto ore di programmazione quotidiana in friulano e che utilizza questa lingua per i propri programmi principali. Basti pensare che da molti anni Radio Onde Furlane offre un radiogiornale quotidiano in friulano: un servizio unico e di pubblica utilità (nello stato italiano, infatti, le uniche comunità minorizzate che hanno un radiogiornale nella propria lingua sono quelle dotate di un apposito servizio offerto dalla radiotelevisione pubblica!), ma che non è mai stato sostenuto con soldi pubblici.
Le risorse provenienti dalle convenzioni con la Regione, infatti, coprivano solo una minima parte della produzione in friulano dell’emittente. Ciò nonostante offrivano una boccata d’ossigeno per le finanze della Radio, aiutandola a sostenere un’offerta di servizi ampia, variegata e di buona qualità. L’azzeramento di tali risorse, cui si aggiunge la riduzione dei contributi per gli enti riconosciuti di primaria importanza per la lingua friulana, rappresenta dunque un colpo davvero pesante non solo per le attività sviluppate da Onde Furlane, ma anche per il mantenimento dei posti di lavoro che essa offre.
La scelta fatta dell’amministrazione regionale contraddice dunque uno dei suoi principi più sbandierati, cioé la difesa dei posti di lavoro. La cooperativa Informazione Friulana si avvale, infatti, del lavoro di 7 dipendenti a tempo indeterminato, di un dipendente a tempo determinato e di diversi collaboratori occasionali. Non saranno grandi numeri, ma in caso di riduzione del personale o di chiusura, tra gli effetti si avrebbe anche una sicura perdita sul piano della qualità e dell’originalità del lavoro, delle professionalità sviluppate, dell’interazione con il territorio. In parole povere, la chiusura o la riduzione ai minimi termini della cooperativa Informazione Friulana rischia di annientare un patrimonio costruito in trent’anni di lavoro al servizio dei friulani.
Non si parla solo di un’emittente radiofonica impegnata quotidianamente nella diffusione e nella promozione della lingua friulana, ma di un soggetto che ha svolto e continua a svolgere una funzione importante in molti altri settori: strumenti linguistici (basti dire che è stata la prima a produrre un dizionario e un correttore informatico in lingua friulana); musica (è l’unica emittente a dare ampio spazio alla musica locale e, come organizzatrice del Premi Friûl, ha dato una spinta senza precedenti al panorama musicale in friulano); scuola (con decine di progetti in lingua realizzati nelle scuole del Friuli, basti pensare a Radio Dîs); audivisivo (con la produzione, per esempio, del primo settimanale d’informazione televisivo interamente in friulano); emigrati friulani (con un servizio di streming radiofonico su quattro fusi orari differenti e una frequenza in Argentina); immigrati (con il primo programma plurilingue nello stato italiano realizzato da una redazione di immigrati e con programmi tesi all’inclusione degli immigrati nella specifica realtà friulana); ecc.
Colpire Radio Onde Furlane inoltre è un danno anche per la libertà e la pluralità dell’informazione. In Friuli, infatti, si possono contare ormai sulle dita di una mano gli organi d’informazione indipendenti dai grandi gruppi editoriali e la cui proprietà è nelle mani di realtà locali. Inoltre Onde Furlane è una radio comunitaria e non commerciale: una scelta che impone l’autoproduzione della maggior parte dei programmi e una quota ridotta di pubblicità e che è stata fatta al fine di privilegiare il rapporto con il territorio, attraverso informazione, approfondimenti, cultura e trasmissioni di servizio. L’esistenza e l’autonomia dell’emittente rappresentano dunque una ricchezza per tutta la comunità regionale e, per tale ragione, dovrebbero essere difese da tutti, a cominciare dalle istituzioni locali.
Ognuno è chiamato a rispondere delle proprie azioni. Da parte nostra, dunque, cercheremo di fare tutto quanto è in nostro potere per mantenere viva e solida questa realtà che molte altre comunità minorizzate nello stato italiano (e non solo) ci invidiano. La Regione e le amministrazioni locali faranno altrettanto o continueranno a stringere il cappio al collo della lingua friulana e di chi, come Onde Furlane, ne testimonia quotidianamente la vitalità e le potenzialità?
Lei il comunicât dal Comitât 482 cun rivuart ae situazion gjenerâl e ae iniziative di Radio Onde Furlane http://com482.blogspot.com/2010/09/comunicat-stampe-azerament-des-risorsis.html
5 commenti:
http://www.ilfriuli.it/if/cronaca/47195/
dal Messaggero Veneto del 15.9.2010
Programmi in lingua friulana nelle emittenti radiotelevisive private: è allarme rosso. La Regione ha azzerato i fondi destinati ai programmi in marilenghe sui media radiofonici e televisivi privati e questa scelta ha fortemente destabilizzato uno dei settori cardine per la promozione della lingua friulana nel territorio. La decisione, inoltre, potrebbe anche causare tagli all’occupazione.
In questo modo ha spiegato Carlo Puppo, portavoce del comitato 482, ieri, durante un conferenza stampa nel palazzo della Regione, «si sta cercando di affossare la marilenghe colpendo alcuni dei soggetti più vitali nella sua promozione». E ha continuato: «Ci saremmo aspettati, vista la diminuzione delle risorse a causa della crisi economica, un taglio intorno al 20%, non certo un azzeramento dei fondi. Quindi dai 200 mila euro dell’anno scorso si è arrivati al nulla di adesso». In prima fila, per difendere la valorizzazione e la diffusione del friulano, c’era “Informazione Friulana”, la società cooperativa di Radio Onde Furlane, secondo la quale «l’azzeramento dei fondi è contrario a ogni logica di promozione linguistica visto che quello dei media è un settore di primaria importanza per la diffusione delle lingue e poi, invece di sostenere almeno i progetti di maggiore qualità, si è preferito tagliare tutto indistintamente». Inoltre, il vicepresidente di “Informazione Friulana”, Lorenzo Fabbro, ha anche ricordato «che la Regione, mentre spende 200 mila euro per una convenzione con la Rai regionale per la produzione di nemmeno 30 minuti di programmi radiofonici in lingua friulana (5 giorni la settimana), considera inutile investire anche un solo euro per convenzioni con una radio che produce otto ore di programmazione in marilenghe quotidianamente», inoltre, ha aggiunto, «potremmo anche dover ridurre il personale assunto a tempo indeterminato». Secondo Puppo «questa involuzione nell’ambito della politica linguistica regionale si può riassumere in tre punti: riduzione delle risorse, assenza di una linea di azione strategica, mancata attuazione della legislazione in vigore». Presente, tra gli altri, anche il deputato dell’Idv Carlo Monai che ha annunciato «un’interrogazione urgente in consiglio regionale, visto che c’è in gioco anche il pluralismo dell’informazione».
Renato Schinko
dal Gazzettino del 15.9.2010
Sos di radio e tv locali
per il taglio dei fondi
I RELATORI Fabbro, Cantarutti e Puppo
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Mercoledì 15 Settembre 2010,
Non usa mezzi termini Paolo Cantarutti, presidente di Informazione Friulana, la società cooperativa che gestisce Onde Furlane e in friulano schietto dichiara «Cjapâts pal cuel». Lo fa in una conferenza stampa tenutasi ieri alla quale hanno partecipato anche il direttore dell’emittente, Mauro Missana, alcuni rappresentanti del Comitato 482, quello che si batte per l’applicazione dell’omonima legge sulle minoranze linguistiche, e del comitato scientifico dell’Arlef, l’agenzia regionale che ne cura gli aspetti locali. Con loro l’Onorevole Monai e i consiglieri regionali Agnola e Menis.
Sotto accusa l’amministrazione regionale che ha attuato una politica di riduzione delle risorse per la valorizzazione e la promozione della lingua friulana. «A tutt’oggi- ha sottolineato Cantarutti- in realtà, non abbiamo ancora un quadro completo delle risorse a disposizione nel 2010 per la lingua friulana. Il dato che però fa più specie e l’azzeramento dei fondi per le convenzioni con emittenti radiofoniche e televisive private per la realizzazione di programmi in lingua friulana (Art. 29, L.R. 15/96). Uno dei settori vitali per la promozione di una lingua minorizzata, quello radiotelevisivo, si trova così a passare dai 200 mila euro del 2009 (cifra estremamente ridotta se si pensa alla rilevanza di questo settore e ai suoi costi) agli zero euro del 2010, peraltro senza che nessuno si sia sentito in dovere di darne la benché minima spiegazione».
«Così la Regione- fanno notare a Onde Furlane- mentre spende 200 mila euro all’anno per una convenzione con la RAI regionale per la produzione di nemmeno 30 minuti di programmi radiofonici in lingua friulana (5 giorni la settimana), considera inutile investire anche un solo euro per convenzioni con una radio che produce tra le sette e le otto ore di programmazione quotidiana in friulano e che utilizza questa lingua per i propri programmi principali.
«Da parte nostra- ha concluso il presidente- cercheremo di fare tutto quanto è in nostro potere per mantenere viva e solida questa realtà che molte altre comunità minorizzate nello stato italiano (e non solo) ci invidiano.
Quello scambio
di accuse
tra Fontanini
e Molinaro
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Mercoledì 15 Settembre 2010,
(av) Si fa presto a dire che le radio e le televisioni sono private e quindi dovrebbero badare al proprio sostentamento, basandosi sulle proprie forze e assoggettarsi alle regole del mercato. Ma visto che si nominano le regole, la Regione invece di tagliare i fondi per i programmi in friulano alle emittenti, dovrebbe fare un pensierino e domandarsi come mai non sono stati ancora varati i regolamenti relativi all’ultima legge regionale proprio sul friulano.
Un po’ di chiarezza non farebbe male a nessuno e forse eviterebbe un continuo scaricabarile sulle responsabilità. Tutti ricordano il veemente attacco del presidente Fontanini al collega di maggioranza Molinaro, accusato di non fare abbastanza per il friulano. Ebbene ora l’occasione per dimostrare che non erano parole vuote sta tutta davanti al segretario della Lega. In memoria perlomeno di quel giornale radio in cui ha lavorato negli studi di Onde Furlane. Rischia di non sentirlo più.
Comunicato stampa
FRIULANO: SERRACCHIANI, GIUNTA CALPESTA DIRITTI ELEMENTARI
Per l'europarlamentare e segretaria del Pd, Debora Serracchiani, “il Friuli Venezia Giulia si avvia a diventare una regione che, calpestando i diritti delle lingue minoritarie, smentisce di fatto la sua natura plurale”.
“Il rischio di chiusura cui è esposta l'emittente Radio Onde Furlane - ha detto Serracchiani - è solo l'ultimo esempio di una politica del centrodestra fatta di chiacchiere e slogan, mentre la tutela di una lingua minoritaria richiede attenzione concreta ed efficacia di provvedimenti. E in questa gara di disinteresse la Lega nord è protagonista”.
“Nel generale clima di ostilità che il centrodestra sta alimentando nei confronti degli organi di stampa a livello nazionale, il taglio di una radio che mantiene viva la lingua friulana rappresenterebbe per la comunità regionale un ulteriore e inaccettabile impoverimento del panorama culturale e informativo. Contro questo colpevole disinteresse il Pd esprime la sua dura condanna e chiede che siano garantite al più presto le risorse necessarie al funzionamento della radio e al mantenimento dei posti di lavoro”.
Azzeramento dei fondi per l’informazione in lingua friulana
Il consigliere regionale della Slovenska skupnost interviene con un’interrogazione
In questi giorni si è diffusa la notizia che l’amministrazione regionale ha azzerato i fondi per le convenzioni con le emittenti radiofoniche e televisive private per la realizzazione di programmi in lingua friulana.
Il problema, che è stato ampiamente illustrato in una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi a Udine, viene ripreso dal consigliere regionale della Slovenska skupnost Igor Gabrovec che ha presentato oggi un’interrogazione al presidente Tondo. L’esponente del partito, espressione della minoranza slovena, ribadisce che l’importanza, - per una lingua come quella friulana, per troppo tempo esclusa dalle scuole e dalle pubbliche amministrazioni - della diffusione tramite i mass media è evidente a tutti ed è riconosciuta anche dalla LR 15/96.
In base all’art. 29 della citata legge venivano stanziati ancora nel 2009 200.000 €. Nonostante le anticipazioni su probabili riduzioni dei contributi di questo capitolo è difficile trovare spiegazione ad un annullamento totale dei fondi. Da quanto appreso, infatti, vengono invece confermati anche per l’anno in corso gli stanziamenti per la convenzione con la RAI regionale che prevede brevi quotidiani alla radio in lingua friulana. A questo riguardo va ricordato – continua Gabrovec nella sua interrogazione - che la RAI è invece chiamata per legge a provvedere autonomamente a garantire un servizio nelle diverse lingue minoritarie tutelate. Considerata poi l’esperienza e la professionalità sviluppate da alcune emittenti radiofoniche in decenni di attività informativa in lingua friulana che coinvolgono anche molti posti di lavoro e attività collaborative l’esponente della Slovenska skupnost che siede tra i banchi del Gruppo consiliare del PD interroga il Presidente della Regione e l’assessore competente per sapere quali siano i motivi dell’azzeramento totale delle risorse destinate alle convenzioni con le emittenti private e quale sia la strategia di politica linguistica perseguita dall’amministrazione regionale. Gabrovec conclude chiedendo alla maggioranza al governo della Regione quali siano i motivi per i quali ad oggi non siano ancora stati emanati i regolamenti previsti dalla LR 29/07 il che rende la recente normativa regionale in materia di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana sostanzialmente inapplicata.
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