venerdì 30 aprile 2010

IL COMITÂT PE VITE DAL FRIÛL RURÂL AL DOMANDE LIS DIMISSIONS DI TONDO

Ca sot il test dal volantin in distribuzion di bande dal Comitât pe vite dal Friûl rurâl la che si domandin lis dimissions di Tondo in particolâr pe vicende "eletrodots".

TONDO SE NE DEVE ANDARE
IL FRIULI NON PUO’ TOLLERARE I VOLTAGABBANA E QUEI POLITICI CHE SVENDONO IL SUO FUTURO E LA SUA DIGNITA’ CON IL PRETESTO DEL PROGRESSO
IL VOLTAFACCIA DI TONDO E LA SUA DIPENDENZA DAI POTENTATI E’ ORMAI SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.

Eppure, alla vigilia delle elezioni regionali lo abbiamo accolto senza pregiudizi e plaudito la sua voglia di farsi interprete e garante del volere popolare. In realtà ci ha preso in giro sin dal primo momento, tant’è che il primo atto della sua giunta è stato quello di sopprimere il difensore civico: una istituzione storica, garante dei diritti del cittadino. Da quel momento in poi abbiamo diffidato delle sue promesse, sino a prenderlo con le mani nella marmellata il giorno in cui ha pattuito il destino della REGIONE nel chiuso di un ristorante romano. Abbiamo anche denunciare la vergognosa resa di fronte alla nuova legge che ha sottratto alle regioni la competenza in materia di centrali nucleari, rigassificatori ed elettrodotti. In quella occasione ogni regione ha elevato la sua protesta: solo il vertice del Friuli Venezia Giulia non ha aperto bocca e così facendo ha tradito l’autonomia di una regione a statuto speciale.
Poco importa se da quel momento in poi siamo diventati la sede ideale per la costruzione di una centrale nucleare, ma, visto che nessuna altra regione la vuole, lui, che in più occasioni si è detto onorato di non capire nulla in campo scientifico, si dichiara favorevole al nucleare e, intanto, per gettare fumo negli occhi della gente, promette di evitarla, convinto com’è di partecipare al raddoppio della centrale slovena di Krsko. Peccato che la Slovenia non sia disposta a dargli retta: nulla lo sottrae al ridicolo, tanto meno l’ENEL che su quella centrale ha deciso di non fare alcun affidamento.
Quanto poi all’ecomostro che la TERNA pretende di costruire nel suo interesse egemonico e a sostegno di chi sa quali segreti futuri sviluppi, Tondo ha continuato ad ignorare la volontà della popolazione di interrare quella linea: di fare cioè ciò che nei paesi e nelle regioni civili è prassi comune. Ebbene, quell’elettrodotto è soprattutto una linea commerciale che promuove la realizzazione di nuove centrali (ex Ferriera di Servola, centrale a carbone di Monfalcone, nucleare…) e usa il Friuli per il transito dell’affare energetico. Forte dell’accordo notturno contratto davanti ad un piatto di mazzancolle, egli ha continuato a defilarsi, ciò almeno sino al momento in cui l’assessore all’energia ha pensato bene di tagliare la corda e rimettere un mandato che cominciava a scottare. Incalzato dalla azione incessante del Comitato per la Vita del Friuli Rurale, dai Sindaci e da una opinione pubblica sempre più consapevole dei propri diritti, il tre febbraio il consiglio regionale ha dovuto affrontare la questione dell’elettrodotto Redipuglia-Udine ovest. Con la LEGA e l’UDC decise a pretendere l’interramento della linea e pronte a fare fronte unico con i partiti di opposizione e con il solo PDL arroccato sulle posizioni della TERNA, Tondo ha perso la testa e da Roma ha imposto ai partiti dissenzienti di rinviare ogni votazione. Con una sceneggiata degna di miglior causa, il giorno successivo si precipitava a Trieste per fare propria la richiesta dell’interramento e suscitare una votazione che ne promuoveva la attuazione.
Un vero e proprio colpo di scena, ma d’altro non si era trattato che di una farsa vergognosa giocata ad arte per addormentare le coscienze e la mobilitazione popolare. La verità è che Tondo ha voluto prendere tempo, tanto da non aver comunicato l’esito di quella decisione assembleare ai ministeri competenti, perché ne fossero edotti e pronti essi stessi a recepire gli effetti di una decisione che doveva ritenersi ultimativa e vincolante. Lui, invece, si è limitato a sentire la TERNA e dopo un mese e mezzo di inascoltati solleciti si è finalmente degnato di incontrare gli amministratori locali, non certo per farsi carico della volontà popolare da essi interpretata, ma in quanto portavoce della volontà della TERNA stessa e interprete degli ordini che questa con la solita prepotente tempestività aveva diramato prima dell’inizio della riunione indetta a Udine il 20 aprile. Dell’interramento nemmeno a parlarne e guai a pretenderlo, altrimenti la Terna si arrabbia e arriva il commissario straordinario a decidere per tutti!E io che figura ci faccio… Un voltafaccia vergognoso basato sulle sole indicazioni di una società per azioni che nessuno controlla e che ha tutto l’interesse ad imporre le sue logiche monopolistiche prima che arrivi la privatizzazione e il libero mercato. Di partecipare alla costruzione dell’elettrodotto, con una società regionale nemmeno a parlarne! Ci vuole poca fantasia per capire da dove escono i suoi convincimenti! Dove prevalgono gli interessi particolari e la strategia del boia chi molla non c’è ragione che tenga, perchè la gente deve restare fuori dalla stanza dei bottoni e non si crei un precedente capace di influire sul risveglio delle coscienze e, magari, sui nuovi elettrodotti di quella Carnia che pure lo ha cresciuto!
CI POSSIAMO FIDARE DI CHI NON MANTIENE LA PAROLA DATA E SACRIFICA LA DIGNITA’, L’AUTONOMIA E LA SPECIALITA’ DELLA NOSTRA TERRA, IPOTECANDO IL PATRIMONIO AMBIENTALE E IL NOSTRO STESSO FUTURO?
Siamo dunque di fronte ad una vera e propria deriva istituzionale che mira a soffocare il dissenso, a indebolire gli organi di controllo e la reattività della gente, il tutto per avere le mani libere in una gestione autoritaria affidata al commissario straordinario di turno. Intanto, i nostri sindaci vengono umiliati, spinti a mendicare i favori del vertice regionale, mentre le prerogative comunali previste dalla Costituzione vengono usurpate.
DIFENDERE LA DEMOCRAZIA E LA LEGALITA’ E’ DOVERE DI NOI TUTTI,
PRETENDERE LE DIMISSIONI DI TONDO E’ QUINDI UNA CONSEGUENZA INEVITABILE
Comitato per la Vita del Friuli Rurale
Porpetto. 21/04/2010 Stampato in proprio tel.330998268

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