Publicât te pagjine des "letaris" dal Messaggero Veneto un contribût di Lorenzo Fabbro ufiert ae publiche discussion sul model di disvilup dal teritori e su propuestis par un gnûf model di gjestion aministrative. Il coordenadôr dal Pd de Basse Ocidentâl, recuperant concets za pandûts in plui di cualchi ocasion, al torne a bati su identitât e vocazions dal teritori e al torne a rilançâ la idee di une pussibile colaborazion/agregazion jenfri i comuns su lis rivis dal Stele (e no dome).
Ca sot il test complet dal intervent:
"Tiaris
di aghis e di boscs”
Molto
interessante il convegno organizzato alcuni giorni or sono dalla Sezione di
Italia Nostra di Udine con il patrocinio del Comune di Rivignano. Nel corso dei
lavori si è analizzata l’esperienza del Parco Comunale dello Stella, delle
azioni dispiegate negli anni per la riqualificazione ambientale, del progetto
di restauro e valorizzazione di Villa Ottelio e delle collaborazioni con
Soprintendenza, Regione, Associazioni e Università per tradurre i progetti di
tutela dell’ambiente e dei beni culturali in opportunità di sviluppo economico
del territorio. Si è parlato di biodiversità, di ambiente, ma anche si storia e
archeologia, di prodotti tipici e agricoltura di ultima generazione e di
turismo e ricettività. Non da ultimo si è fatto riferimento al progetto di
fusione del Comune di Rivignano con quello di Teor. La strada intrapresa a
Rivignano è sicuramente quella giusta ma tale esempio dovrebbe stimolare
riflessioni ed azioni di portata ancor più ampia. E’ da parecchio tempo che il
nostro territorio sta affrontando una crisi dei modelli produttivi applicati
negli ultimi 30/40 anni (agricoltura intensiva, polo turistico/mare spiaggia,
industria manifatturiera a basso valore aggiunto) e che ci si confronta su
ipotesi nuove e diverse di gestione amministrativa. Questa situazione, non
affrontata con la necessaria decisione, si è incrociata, negli ultimi anni con
la crisi globale che ha prodotto anche nel nostro territorio effetti pesanti
dal punto di vista occupazionale, economico e sociale. La via di uscita è
quella di individuare quanto prima una nuova e più attuale governance
territoriale, un nuovo patto sociale ed un nuovo modello di sviluppo che parta
dalla valorizzazione delle vocazioni e dalle eccellenze del territorio (inteso come
uno spazio ampio che va dalla linea delle Risorgive alla Laguna) ovvero
ambiente di pregio, agricoltura di qualità, turismo ed accoglienza,
accompagnato da gestione associata dei servizi e da una pianificazione
strategica e strutturale di area vasta. Le risorse del territorio sono naturali e culturali, perché il
territorio è un mix inestricabile di natura e di cultura, prodotto
dall’incessante azione dei processi naturali (orogenetici, “fluviali” e
biologici) intrecciati con i processi culturali (attività, insediamenti,
società). La ricerca delle vocazioni del territorio, unica chiave per capire
cosa il territorio “domanda”, è intrinsecamente la miglior garanzia di
sostenibilità. In altre parole, la sostenibilità, il progetto, non dovrebbero
mai essere frutto di “invenzione”, ma risultato di ricerca continua e nuova
consapevolezza. Se questa consapevolezza rispetto al nuovo progetto che vede
protagonisti storia e paesaggio, ambiente, agricoltura e prodotti di qualità,
servizi turistici e ricettivi si sta rafforzando è però evidente che il
progetto, per funzionare, ha bisogno di una piattaforma ampia e condivisa. Il
tema si intreccia anche con l’amministrazione ed il governo del territorio. Il
progetto dell’Unione dei Comuni dello Stella (Rivignano, Teor e Pocenia) è
stata un’iniziativa positiva ancorché isolata e spiace che abbia perso per
strada uno dei protagonisti. A mio giudizio l’Unione avrebbe dovuto invece
essere ampliata proprio partendo dalle vocazioni territoriali e dall’identità.
Il fiume Stella, oltre che una straordinaria risorsa ambientale è anche un
forte elemento identitario che caratterizza un territorio ed indica un
possibile progetto socio economico ed amministrativo. Sarebbe impossibile
pensare ad un’aggregazione di tutti i comuni rivieraschi ovvero Rivignano,
Teor, Pocenia, Palazzolo, Precenicco? Si andrebbe davvero dalle Risorgive alla
Laguna. Se aggiungessimo anche Muzzana del Turgnano avremmo un territorio di
sei comuni, con grandi potenzialità dal punto di vista agro ambientale e turistico
(i boschi e le acque), ed un bacino demografico di oltre 16.000 abitanti.
Immaginate non solo il risparmio che potrebbe derivare da un’operazione di
questa portata ma anche i vantaggi che deriverebbero da una pianificazione
strategica e strutturale di area vasta (Parco su tutto il corso del fiume
Stella, dalla zona delle risorgive all’oasi avi-faunistica delle foci,
valorizzazione dei beni storici, paesaggistici, culturali e naturalistici,
Villa Ottelio, il Marinaretto, il villaggio neolitico di Palazzolo, il Canevon
di Precenicco, i vigneti e le ville di Pocenia ed i funghi e il tartufo dei
boschi di Muzzana), da politiche territoriali condivise, dall’attrattività
sicuramente maggiore nei confronti di finanziamenti europei, da una maggior
facilità nella promozione e molto altro. I tempi della spending review e della
crisi economica non sono tempi da ordinaria amministrazione ma esigono
riflessioni e azioni più grandi e coraggiose. Su questa idea, già avanzata in
altre sedi, e/o su altre che verranno auspico da subito una discussione ampia,
trasparente e partecipata nel territorio delle “Acque e dei boschi”. Il rischio
sarà, in mancanza delle scelte e del protagonismo del territorio, che qualcuno
decida per noi.
Lorenzo Fabbro
Coord. Pd Bassa
Occidentale
già Sindaco di Palazzolo
dello Stella